8xmille, i tanti progetti di Caritas Ferrara e nuove idee per l’emergenza abitativa

Attenzione alle povertà specifiche del nostro territorio e massima trasparenza sull’effettivo utilizzo dei fondi. Michele Luciani, operatore Caritas diocesana di Ferrara-Comacchio, ci tiene a sottolineare questi due aspetti nel spiegarci brevemente come parte dei fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica vengano utilizzati nell’ambito della Carità.

«In tanti progetti che abbiamo portato avanti negli anni e che ancora  sono attivi – ci spiega -, c’è un po’ di fondi dall’8xmille». Solo per citarne alcuni, i progetti legati al guardaroba sociale, al  rinnovo della mensa in via Brasavola, degli arredi, della sala cucina, degli ambienti e degli appartamenti per l’accoglienza di donne e minori (con la ristrutturazione di Casa Betania e del Centro d’accoglienza in  viale Po), oltre che del Centro San Giacomo e legati a interventi per il contrasto della povertà alimentare durante la pandemia Covid.

«Tutto ciò – prosegue Luciani – ha un valore economico ma anche un’importanza specifica nel promuovere un’attenzione costante alla programmazione e alla verifica delle attività, perché i fondi dell’8xmille vengono concessi attraverso la presentazione annuale delle attività che si vogliono sostenere, delle relative voci di costo, e poi della reconditazione. In questo modo, controlliamo e sappiamo come viene impiegato ogni singolo euro». 

Oltre a questo fondamentale aspetto legato alla trasparenza, «le nostre programmazioni sociali partono sempre dalla lettura dei bisogni del territorio e dalla rilettura delle attività degli anni precedenti, sollecitando così anche la lettura delle povertà effettive presenti».

Così, la nostra Caritas Diocesana sta già ragionando su come poter utilizzare i fondi  dell’8xmille nel 2024. «Al Centro San Giacomo di via Arginone a Ferrara (foto, ndr) – ci spiega Luciani – stiamo valutando di allargarci, acquisendo gli ambienti precedentemente utilizzati dall’asilo gestito dalla Coop. “Il Germoglio”». In questi ambienti ex parrocchiali, «vorremmo attivare un Centro di pronta accoglienza per situazioni di grave emergenza abitativa, probabilmente con una modalità di accoglienza meno emergenziale, secondo il modello dell’housing first, per superare i limiti della precarietà abitativa». Obiettivo di Caritas è di «rispondere al bisogno di tante persone che vivono per strada o in alloggi di fortuna, che spesso vengono alla nostra mensa o si rivolgono al nostro guardaroba sociale». L’ex parrocchia di S.Giacomo ospita già alcuni detenuti a fine pena per il progetto Caritas di reinserimento sociale “FuoRiUscire, finanziato anch’esso coi fondi dell’8xmille.

Nel 2023 i fondi derivanti dall’8xmille alla Chiesa Cattolica, Caritas li ha utilizzati per finanziare l’Anno di Volontariato Sociale pensato per sostenere giovani universitari coinvolgendoli direttamente nelle proprie attività. Tante le domande che ancora stanno arrivando per poter partecipare al progetto.

(L’articolo è stato pubblicato su “La Voce di Ferrara-Comacchio” del 6 ottobre 2023)

Migranti, «non si può costruire l’Europa sulla solidarietà volontaria»

Il nostro Arcivescovo Mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, ha partecipato a Marsiglia ai Rencontres Méditerranéennes

Come Caritas diocesana invitiamo privati cittadini, parrocchie e associazioni a mettere a disposizione strutture (case o appartamenti) per ospitare donne e minori migranti, in fuga dalla guerra o da situazioni di povertà. Contattaci: Telefono: 388-9706494 – Mail: info@caritasfe.it

«Non possiamo costruire l’Europa sulla solidarietà volontaria«. Ne è convinto mons. Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, a Marsiglia nei giorni scorsi per partecipare ai Rencontres Méditerranéennes, che hanno visto anche la presenza di Papa Francesco. 

Illustrando al Sir l’andamento del dibattito tra i vescovi sulle migrazioni, dopo la presentazione delle cinque relazioni sulle rispettive rive del Mare Nostrum, mons. Perego ha evidenziato come «in molti luoghi è difficile accogliere le persone, c’è la consapevolezza di dover affrontare problemi comuni, ma ci sono anche dei bei tentativi di diverse realtà ecclesiali di rispondere alle provocazioni che le migrazioni lanciano alla nostra fede». «La secolarizzazione sta indebolendo lo spirito di accoglienza, che invece è tipicamente evangelico», ha detto il presule, secondo il quale a Marsiglia «è emerso il tema della responsabilità politica, anche dei cristiani»: «bisogna chiedersi quali risposte dare al fenomeno migratorio, per un maggiore impegno nella società. Si tratta di un impegno “ad extra’”, come si raccomanda nel quarto capitolo della Fratelli tutti, in cui il Papa invita ad una rinnovata politica al centro della quale ci sia la carità, l’attenzione alla dignità della persone, al bene comune, alla condivisione». In questa prospettiva, dunque, è urgente acquisire la capacità di concepire il Mediterraneo «non come luogo di scambi economici ma di solidarietà, intesa come appello a cui ogni singolo Paese deve dare il suo contributo».

A proposito dell’impegno della Chiesa italiana sul fronte delle migrazioni, mons. Perego ha fatto notare come «Lampedusa è una delle porte da cui arrivano i migranti, soprattutto dall’Africa. Il modello di Lampedusa è un modello su cui tutti dovremmo puntare: no ai grandi campi, sì invece all’accoglienza diffusa». L’Arcivescovo ci tiene anche a sfatare le rappresentazioni mediatiche, spesso errate e fuorvianti, che i media danno delle migrazioni: «In 10 anni in Italia è sbarcato un milione di persone ma 50mila sono quelle che si sono fermate». Attenzione ai destinatari dell’accoglienza, integrazione e inclusione sono le caratteristiche salienti del modello di accoglienza italiano, che si propone di «non fermarsi sui primi arrivi, ma puntare sull’inclusione e suoi ricongiungimenti familiari, essenziali per il futuro del nostro Paese e per far sì che le nostre città diventino il luogo di vita dei migranti». «L’accoglienza deve mettere al centro i diritti della persona, di tutta la persona, e la valorizzazione delle sue capacità», ha concluo mons. Perego, esprimendo l’auspicio che «il modello dell’accoglienza diffusa sia promosso sul territorio non solo italiano ma europeo. Non possiamo costruire l’Europa sulla solidarietà volontaria, ci vuole un modello fondamentale di convivenza da condividere».

Il Papa a Marsiglia: «c’è bisogno di un sussulto di umanità»

«Le nostre città metropolitane e tanti Paesi europei come la Francia, in cui convivono culture e religioni diverse, sono una grande sfida contro le esasperazioni dell’individualismo, contro gli egoismi e le chiusure che producono solitudini e sofferenze». Nell’omelia della Messa al Velodrome di Marsiglia, davanti a 60mila persone e al presidente Macron, il Papa ha chiesto un «sussulto» di umanità al nostro continente. Perché la fede «genera un sussulto dinanzi alla vita», e sussultare «significa essere toccati dentro, avere un fremito interiore, sentire che qualcosa si muove nel nostro cuore»: «È il contrario di un cuore piatto, freddo, accomodato nel quieto vivere, che si blinda nell’indifferenza e diventa impermeabile, che si indurisce, insensibile a tutto e a tutti, pure al tragico scarto della vita umana, che oggi viene rifiutata in tante persone che emigrano, così come tanti bambini non nati e tanti anziani abbandonati».

«Un cuore freddo e piatto trascina la vita in modo meccanico, senza passione, senza slanci, senza desiderio. E di tutto questo, nella nostra società europea, ci si può ammalare: il cinismo, il disincanto, la rassegnazione, l’incertezza, un senso generale di tristezza», l’analisi di Francesco: una vita «senza sussulti» è quella tipica di un’epoca dalle «passioni tristi». Chi è generato alla fede, invece, «riconosce la presenza del Signore, come il bimbo nel grembo di Elisabetta»: «Riconosce la sua opera nel germogliare dei giorni e riceve occhi nuovi per guardare la realtà; pur in mezzo alle fatiche, ai problemi e alle sofferenze, scorge quotidianamente la visita di Dio e da lui si sente accompagnato e sostenuto».

Comunicare la carità: ecco perché vi proponiamo un’informazione precisa e trasparente

Il nostro utilizzo di questo sito e dei nostri canali social (Facebook e Instagram) rappresenta un aspetto fondamentale di ciò che siamo. Ecco perché

Testimonianze, avvisi, approfondimenti, comunicati, appelli, storie e progetti…Da quando esiste questo sito e in particolare da inizio anno, avrete notato come per noi di Caritas Ferrara la comunicazione non sia né un’occasione per “vantarci” di quel che facciamo né uno strumento “pubblicitario”.

Per noi comunicare significa, invece, fare in modo che sempre di più sia rafforzato il servizio ai poveri e agli ultimi, nostra prima missione, e per promuovere con sempre maggiore efficacia «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale» (art. 1 Statuto Caritas Italiana).

Inoltre, attraverso gli articoli qui pubblicati, e il ciclico ritornare sui nostri diversi servizi, potrete notare le differenze, le evoluzioni e le trasformazioni che viviamo a distanza di mesi e di anni.

Per questo, abbiamo anche scelto di utilizzare costantemente i social (https://www.facebook.com/caritasferrara/ – https://www.instagram.com/caritas_ferrara/) per essere sempre più vicini a voi e per ricevere eventuali proposte, domande e suggerimenti sul nostro operato.

Ci teniamo, dunque, a proporvi un’informazione precisa e trasparente. Ma non solo.

Invitiamo, infatti, chiunque fosse interessato, a venire nella nostra sede di via Brasavola, 19 per rivolgerci direttamente di persona dubbi o per farci proposte. Vi accoglieremo volentieri per confrontarci con voi, nel pieno spirito Caritas. La nostra porta è sempre aperta…

In questo modo, noi potremmo migliorare ancora di più il nostro servizio e voi potrete vedere coi vostri occhi ciò che facciamo. Sempre nella massima trasparenza.

Volontariato per studenti UniFe, domande entro il 30 settembre

La Caritas propone agli studenti e alle studentesse iscritte all’Università degli Studi di Ferrara l’Anno di Volontariato Sociale (AVS), 12 mesi dedicati al servizio delle persone bisognose, per vivere un’esperienza di crescita e discernimento personale, partecipazione sociale, condivisione.

C’è la possibilità di inviare la domanda di partecipazione entro il 30 settembre (per entrare in servizio il 15 ottobre) compilando il modulo a questo link:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdhM-FYVSYvWXVRt8rVxGKCRh1PIXyfMTe4brMzwNcJ2rYInw/viewform?pli=1

DI COSA SI TRATTA

Pensato insieme al Servizio diocesano di Pastorale Giovanile e alla Migrantes diocesana, l’Anno di Volontariato Sociale è rivolto a studenti o studentesse italiani/e o stranieri/e di età compresa fra i 18 e i 25 anni, iscritti a UniFe, in corso o fuori corso al massimo di due anni. L’impegno richiesto è di 12 mesi, con 15 ore di servizio settimanali dedicate all’assistenza di persone senza fissa dimora, famiglie indigenti, profughi, detenuti, donne e minori in condizione di disagio sociale. 

A beneficio dei giovani impegnati nell’AVS è prevista l’erogazione di una borsa di studio, a titolo di rimborso delle spese sostenute nell’arco dell’anno per il proprio mantenimento agli studi.

 

Alluvione in Libia, l’aiuto di Caritas Italiana

Caritas Italiana ha deciso di aderire alla proposta di estendere l’attuale campagna di raccolta fondi tramite SMS solidale anche alla Libia. In questo modo saranno rese disponibili risorse che potranno essere utilizzate per progetti in Marocco e/o in Libia dalle tre organizzazioni beneficiarie (Unicef, Croce Rossa e Caritas Italiana), a seconda delle possibilità che saranno date.

Per aiutare è possibile donare tramite il numero solidale 45525 con un semplice SMS dal proprio telefono cellulare o con una chiamata da rete fissa:

  • 2 euro al 45525 con SMS inviato da cellulare WINDTRE, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali;
  • 5 e 10 euro al 45525 con chiamata da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali;
  • 5 euro al 45525 con chiamata da rete fissa TWT, Convergenze, PosteMobile.

Famiglia ucraina a Ferrara, ospite di Caritas (dicembre 2022)

Ucraina, sono 31 i profughi accolti da Caritas Ferrara

Ecco perché sono in calo rispetto a 6 mesi fa

Gli ultimi dati a livello nazionale parlano di oltre 175mila rifugiati ucraini accolti nel nostro Paese dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio del 2022.

A marzo scorso (leggi l’articolo qui) erano 48 quelli accolti da Caritas Ferrara. Attualmente, invece, sono 31: dei 17 che hanno preso altre strade, 3 donne hanno deciso di tornare nel loro Paese per motivi famigliari o lavorativi, mentre una dozzina sono stati trasferiti all’Hotel “Daniela” in via Arginone, la cui accoglienza è gestita da una cooperativa di Bologna.

I 31 profughi accolti da Caritas Ferrara sono attualmente così distribuiti in città: a Casa Betania (via Borgovado) attualmente sono accolte due famiglie, vale a dire una madre disabile col figlio di 12 anni, e un’altra donna col figlio disabile di 11.

Nella nostra sede di via Arginone (in parte degli ambienti dell’ex parrocchia), ospitiamo invece due madri ognuna con un figlio, due sorelle e una madre con due bambini.

Nei nostri due appartamenti in città ospitiamo una coppia di anziani, due nuclei famigliari (genitori con un figlio, altri genitori con due figli), una madre con i suoi tre bambini e una coppia con i loro tre figli. I due padri che vivono in questi appartamenti sono arrivati in Italia da poco.

Le persone accolte cercano, giorno dopo giorno, per quanto possibile di ricostruire una parvenza di normalità per sé e i propri figli. Questi ultimi frequentano la scuola, il doposcuola e praticano attività sportive pomeridiane. A proposito del doposcuola a Casa Betania, oltre all’operatrice Elisa e alla volontaria Ornella, ultimamente si sono aggiunte anche Samantha e Ilaria, studentesse di UniFe che da poco hanno iniziato l’Anno di Volontariato Sociale in Caritas. E i bambini e le bambine ucraine accolte in estate hanno partecipato, con grande gioia, al Grest organizzato come ogni anno dalla parrocchia cittadina di San Benedetto (foto).

Gli adulti, invece, si arrangiano come possono con lavoretti e tirocini: le donne, ad esempio, svolgono perlopiù lavori di pulizia. Caritas, ora, sta indirizzando alcuni di loro al Centro dell’impiego perché possano iniziare a seguire i corsi IAL e avere così maggiori possibilità di trovare altri impieghi.

Anastasiia Hunina, operatrice Caritas impegnata nell’accoglienza dei ucraini, ci spiega come il basso numero di profughi dal Paese in guerra che negli ultimi sei mesi han deciso di tornare a casa, è spiegabile col fatto che da inizio anno le speranze che il conflitto possa terminare a breve sono calate drasticamente. Inoltre, negli ultimi mesi i russi, a differenza di prima, bombardano con più frequenza anche zone dell’Ucraina prima risparmiate, o quasi, dalle bombe dell’aggressore.

 

 

Terremoto Marocco: campagna di raccolta fondi di Caritas Italiana, Croce Rosse Italiana e Unicef  

Con il supporto di RAI per la Sostenibilità – ESG, RAI sosterrà informativamente la campagna di raccolta fondi straordinaria con numero solidale 45525 lanciata da Croce Rossa Italiana, Caritas Italiana e UNICEF per rispondere al terribile terremoto che ha colpito il Marocco.

Le tre organizzazioni umanitarie, da tempo operative nel paese, hanno deciso di unire gli sforzi per raccogliere fondi necessari per garantire agli uffici sul campo di portare avanti e rafforzare gli aiuti alla popolazione, ed in particolare alle famiglie e ai bambini, e sostenere il recupero nel medio-lungo periodo.

Caritas Italiana collabora da decenni con la Caritas in Marocco in progetti di vario tipo a favore di persone particolarmente vulnerabili, come i minori, nei campi della promozione umana, dell’animazione sociale, del sostegno alle famiglie e alle comunità. Anche in questo caso sarà fondamentale la capillarità della presenza di Caritas. Proprio in queste ore gli operatori in loco sono gli unici, in diversi casi, ad arrivare in villaggi remoti, considerati irraggiungibili, colpiti dal sisma. Caritas lavora rilevando i bisogni della popolazione e accompagnando le comunità, anche nel medio e lungo periodo, nel percorso di rimarginazione delle ferite, andando oltre l’emergenza, con progetti di ricostruzione e sviluppo.

Croce Rossa Italiana. I volontari e i soccorritori della Mezzaluna Rossa Marocchina hanno bisogno del nostro supporto perché l’obiettivo immediato è quello di salvare vite e l’obiettivo di più lungo periodo è quello di aiutare la popolazione marocchina così duramente colpita da questo tragico terremoto. Sin da subito la Mezzaluna Rossa Marocchina si è adoperata in coordinamento con le autorità locali per portare soccorso, ma la situazione è drammatica ed ha necessità del sostegno di tutte e tutti. Croce Rossa Italiana ha sin dalle prime ore messo in stato di pre allerta i suoi centri operativi di emergenza nazionali ed è pronta anche a partire se attivata dalla Federazione Internazionale o dalla Protezione Civile. In una calamità naturale di queste proporzioni la solidarietà può esprimersi al meglio garantendo gli aiuti in modo coordinato e organizzato. Per questo, siamo certi che l’ondata di emozione e di vicinanza che cresce in Italia possa tradursi in una forma concreta di sostegno anche attraverso di noi. Sempre la Croce Rossa a livello internazionale agisce come una unica famiglia in cui le Società nazionali danno il proprio sostegno a quelle colpite da calamità attraverso l’instancabile opera della Federazione Internazionale. Purtroppo come anche quest’ultima ha sottolineato, le necessità e i bisogni saranno di lungo periodo ed è a questo che dobbiamo tutti insieme fare fronte. Quindi grazie alla Rai per questa meritoria iniziativa e grazie a tutte e tutti coloro che vorranno dare il proprio sostegno.

L’UNICEF, presente nel paese con propri operatori sin dal 1957 con programmi di istruzione, salute, nutrizione, inclusione sociale e protezione dell’infanzia, sottolinea che, in ogni emergenza, i bambini sono sempre i più vulnerabili e i più colpiti. Una volta terminate le operazioni di ricerca e salvataggio, i bambini e le famiglie colpite avranno bisogno di rifugi, di acqua sicura da bere e di supporto alimentare. I servizi di protezione dei bambini, incluso il supporto psicosociale, saranno fondamentali nell’aiutare i bambini e i genitori a elaborare le loro esperienze dolorose. Riportare i bambini a scuola sarà inoltre fondamentale per il loro recupero nel lungo termine.

Per aiutare migliaia di persone vulnerabili colpite dal terremoto è possibile donare tramite il numero solidale 45525 con un semplice SMS dal proprio telefono cellulare o con una chiamata da rete fissa:

  • 2 euro al 45525 con SMS inviato da cellulare WINDTRE, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali;
  • 5 e 10 euro al 45525 con chiamata da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali;
  • 5 euro al 45525 con chiamata da rete fissa TWT, Convergenze, PosteMobile.

Centro di ascolto, cerchiamo volontarie e volontari

Caritas Ferrara intende rafforzare il proprio Centro di Ascolto, servizio fondamentale per entrare i contatto con le persone bisognose che si rivolgono a noi per poi poterle aiutare.

Per questo, è alla ricerca di nuove volontarie e volontari. Per proporsi, contattare il nostro centralino: Telefono:  388 9706494 – Mail: info@caritasfe.it

Cos’è il Centro di Ascolto

Il Centro di Ascolto non è uno sportello di servizio pubblico ma una rete di operatori e volontari ai quali si può chiedere un colloquio prendendo appuntamento al centralino (telefono:  388 9706494). Dopo il colloquio, se idonei, si riceve la tessera personale identificativa. Il colloquio è importante per capire il vissuto delle persone e se sono “continuative” oppure potranno in tempi relativamente brevi uscire dalla loro situazione di disagio e povertà.

Il Centro di Ascolto è aperto (previo appuntamento al numero sopraindicato) il mercoledì e il giovedì dalle ore 9 alle 11.

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Qui sotto potete leggere il nostro articolo dedicato al Centro di Ascolto e visitare la pagina con tutti i riferimenti.

SOS Ricerca volontari autisti per il nostro furgoncino!

La Caritas di Ferrara cerca urgentemente volontari per il servizio di autista per guidare uno dei due furgoni (un furgoncino FIAT Doblò) impegnati nella raccolta quotidiana di beni alimentari per la mensa e la distribuzione viveri (per maggiori informazioni sul servizio, leggi qui).

Il furgoncino è impegnato dal lunedì al venerdì indicativamente dalle 9 alle 11 e dalle 13.30 alle 15.

Per informazioni:

Telefono: 388 9706494

Mail: info@caritasfe.it

Anno di Volontariato Sociale per studenti UniFe, invio domande entro il 15 settembre

La Caritas di Ferrara cerca nuovi universitari che desiderino impegnarsi come volontari. C’è la possibilità di inviare la domanda di partecipazione entro il 15 settembre. Inizio servizio previsto per il 1° ottobre

La Caritas di Ferrara propone agli studenti e alle studentesse iscritte all’Università degli Studi di Ferrara l’Anno di Volontariato Sociale (AVS), 12 mesi dedicati al servizio delle persone bisognose, per vivere un’esperienza di crescita e discernimento personale, partecipazione sociale, condivisione.

 

DI COSA SI TRATTA

Pensato insieme al Servizio diocesano di Pastorale Giovanile e alla Migrantes diocesana, l’Anno di Volontariato Sociale è rivolto a studenti o studentesse italiani/e o stranieri/e di età compresa fra i 18 e i 25 anni, iscritti a UniFe, in corso o fuori corso al massimo di due anni.

L’impegno richiesto è di 12 mesi, con 15 ore di servizio settimanali dedicate all’assistenza di persone senza fissa dimora, famiglie indigenti, profughi, detenuti, donne e minori in condizione di disagio sociale.

Il programma delle attività sarà concordato con i giovani in base alle loro disponibilità, in modo flessibile.

L’esperienza di servizio sarà accompagnata e sostenuta da momenti di formazione e condivisione, per aiutare i giovani impegnati nell’AVS a comprendere le problematiche sociali con cui si confronteranno, analizzare le difficoltà, programmare le attività, riflettere sul valore del servizio per sé stessi e per gli altri.

I giovani saranno inoltre invitati a partecipazione a eventi e iniziative di animazione sociale promossi dalla Caritas, per rendere testimonianza del loro impegno e promuovere la solidarietà sociale.

A beneficio dei giovani impegnati nell’AVS è prevista l’erogazione di una borsa di studio, a titolo di rimborso delle spese sostenute nell’arco dell’anno per il proprio mantenimento agli studi: tasse universitarie, acquisto dei libri, viaggi e trasporti, alloggio.

Per aderire all’AVS è sufficiente compilare questo modulo dove indicare nome, cognome, mail e altre informazioni personali essenziali. I giovani interessati saranno ricontattati da un referente della Caritas per un colloquio. I giovani che manifesteranno il proprio interesse entro il prossimo 15 settembre, potranno iniziare l’AVS il prossimo 1° ottobre.

 

L’ESPERIENZA DEL PASSATO: IL SERVIZIO CIVILE

Dai tempi dell’obiezione di coscienza fino al 2021, la Caritas di Ferrara ha accolto ogni anno numerosi giovani, ragazze e ragazzi, italiani e stranieri, grazie ai progetti di Servizio Civile Nazionale, Regionale ed Europeo di cui si è fatta promotrice. Un’esperienza di oltre vent’anni che ha stabilito un legame costante e tuttavia sempre nuovo tra la Caritas e i giovani, fondato sul valore educativo della Carità.

Col passare degli anni, però, l’impegno richiesto agli enti accreditati per il Servizio civile si è sovracaricato di aspetti burocratici e formali che, sebbene finalizzati a sostenere la qualità della proposta, l’hanno di fatto irrigidita, compromettendone l’autenticità. E forse anche a causa di questa eccessiva complessità che si registra tra i giovani un crescente disinteresse al Servizio Civile in modo particolare nel settore dell’assistenza sociale, proprio quello in cui si collocano storicamente i progetti della Caritas. Da queste valutazioni è maturata la decisione della Caritas di Ferrara di non partecipare agli ultimi Bandi di Servizio Civile, per sperimentare invece proposte alternative, svincolate dalle logiche progettuali, più semplici, più flessibili, e più immediate, legate cioè all’esperienza quotidiana di relazione e servizio alle persone bisognose, nei contesti “ordinari” dell’attività Caritas: la mensa per i poveri, il guardaroba sociale per le persone senza fissa dimora, l’affiancamento di mamme e bambini accolte presso Casa Betania…

 

UNA PROPOSTA DIFFERENTE

«Abbiamo deciso di rivedere la nostra proposta per i giovani. Cerchiamo nuove strade. Punto di partenza è questo Anno di Volontariato Sociale, che proponiamo ai giovani per la prima volta», ci spiega Michele Luciani, già referente Caritas per il Servizio civile. «Rispetto al Servizio Civile, è più snello – 15 ore settimanali invece di 25 – e più flessibile, perché gli orari e le attività di servizio verranno concordati con i ragazzi e le ragazze coinvolte, in base ai loro altri impegni, soprattutto lo studio, e alle loro attitudini. E si potranno modificare e rivedere strada facendo. Continuiamo a chiedere tuttavia un anno di impegno, perché crediamo che un’esperienza di servizio abbia bisogno di un tempo congruo per essere pienamente compresa e assorbita dai giovani».

Si tratta di «un’esperienza di servizio che valorizza il rapporto diretto con le persone bisognose e la relazione con gli altri volontari. Anche la formazione che proporremo non ha nulla di teorico, ma coinvolgerà direttamente i giovani. Negli incontri curati dalla Pastorale Giovanile e dalla Migrantes diocesana chiederemo ai giovani di condividere le esperienze che stanno vivendo, i dubbi, le emozioni, le critiche, le proposte; per rileggerle insieme e trovare insieme risposte di valore, nuove domande, significati… Un’avventura nella quale invitiamo i giovani a lasciarsi coinvolgere e a coinvolgerci. Per il primo anno ci rivolgiamo in modo particolare agli studenti universitari di Ferrara, che sono sempre stati tra i principali protagonisti anche dei nostri progetti di Servizio Civile. Negli ultimi anni abbiamo riscontrato tra loro tante situazioni di difficoltà e disagio, legate all’impoverimento delle famiglie e all’isolamento dei giovani. Per questo associamo alla proposta dell’AVS il benefit della borsa di studio, in modo che essa sia realmente accessibili a tutti».