Cos’abbiamo fatto nel 2022: il nostro bilancio sociale

Dal nostro Centro di via Brasavola al carcere, passando per l’accoglienza di donne, minori e detenuti in affidamento. Resoconto di un anno vissuto intensamente

L’azione sociale della Caritas si ispira ai principi della gratuità e della prossimità attraverso l’impegno diretto dei volontari e delle volontarie nella relazione di aiuto con i poveri e gli emarginati. L’attenzione agli ultimi si concretizza in una testimonianza di Carità il cui valore viene offerto a tutta la comunità, per promuovere solidarietà e giustizia sociale. I servizi Caritas sono altrettanti luoghi della città che la comunità locale è chiamata ad abitare ed animare. Questo spazio reale dell’incontro e del riconoscimento reciproco rappresenta il contesto e la condizione essenziale dei servizi di ascolto, assistenza e accoglienza promossi dalla Caritas.

 

MENSA CARITAS
La mensa Caritas è un luogo di accoglienza e di ascolto: l’ingresso è libero, il servizio gratuito, per tutti. Lo spirito di gratuità favorisce l’avvicinamento a tante storie e situazioni di disagio, le quali spesso restano nell’ombra della solitudine. Il pasto è l’occasione per stabilire un rapporto di prossimità: il pane quotidiano diventa occasione di incontro e riconoscimento reciproco.
Per il suo fondamentale valore di promozione e testimonianza, nei quasi trent’anni trascorsi dalla sua istituzione ad oggi (1994-2022), la mensa Caritas non ha mai interrotto la sua attività, ponendosi di fronte alle continue e a volte drammatiche trasformazioni della povertà, come un esempio sempre attuale e praticabile di solidarietà.
Da questa esperienza quotidiana di incontro e condivisione con i poveri sono nati negli anni gli altri servizi di assistenza e accoglienza, di cui si può dire che la mensa stessa è stata generatrice.
Importante per la sostenibilità del servizio mensa è il suo collegamento ai circuiti di recupero degli alimenti invenduti, per la riduzione degli sprechi alimentari. Ogni giorno vengono recuperati da ipermercati e supermercati gli alimenti posti fuori commercio, ma ancora idonei al consumo. La quantità degli alimenti recuperati è cresciuta di anno in anno per un valore di mercato che nel 2022 ha superato i 400.000 euro.
La mensa è attiva tutti i giorni, feriali e festivi, con due aperture quotidiane: colazione (08.15-08.45), pranzo (12:30-14:30).
Nel 2022 (dal 1 gennaio al 30 novembre) ha erogato complessivamente 29000 pasti e ha registrato in media un afflusso quotidiano di 21 persone a colazione e 56 persone a pranzo.

DISTRIBUZIONE AIUTI ALIMENTARI
Alla mensa si associa il servizio di distribuzione degli aiuti alimentari di cui possono beneficiare persone la cui condizione di indigenza sia comprovata sulla base degli indicatori di reddito (ISEE) o per accertamento diretto da parte degli operatori Caritas. A ciascun nucleo familiare viene consegnata una volta al mese una fornitura di alimenti a lunga conservazione in quantità proporzionata al numero dei componenti. Quotidianamente presso il Centro Caritas è attivo inoltre un servizio di distribuzione di frutta e verdura recuperati in giornata presso i supermercati e gli ipermercati cittadini.
Nel 2021 hanno ricevuto assistenza alimentare 800 famiglie per un numero complessivo di 2464 beneficiari (37% italiani; 63% altre cittadinanze).

EMPORIO CARITAS – presso la Casa Circondariale di Ferrara
Dal mese di giugno 2021 un gruppo di volontari e volontarie presta servizio all’interno della Casa circondariale di Ferrara, dove la Caritas gestisce un piccolo emporio per la distribuzione di generi di prima necessità ai detenuti indigenti.
L’Emporio Caritas è aperto due volte a settimana. Nel 2022 ha prestato assistenza a 273 detenuti (44% italiani, 66% stranieri).

ACCOGLIENZA DETENUTI IN AFFIDAMENTO
Attorno all’attività dell’Emporio si è attivata una relazione di collaborazione con la direzione e le educatrici del carcere di Ferrara. Questa relazione che ha fatto emergere, rispetto alla condizione dei detenuti indigenti, soprattutto stranieri, una più marcata difficoltà ad intraprendere azioni positive tese al reinserimento sociale. Difficoltà linguistiche, differenze culturali, e la generale mancanza di punti di riferimento stabili nell’ambiente esterno pregiudicano l’attuazione di programmi rieducativi e alimentano condizioni di disadattamento. Presso l’ex canonica della Parrocchia di San Giacomo all’Arginone la Caritas ha dunque istituito all’inizio del 2022 un nuovo centro di accoglienza rivolto a detenuti in affidamento o ex detenuti recentemente scarcerati. Nel 2022 sono stati accolti presso il Centro San Giacomo 5 detenuti, per i quali è stato predisposto un percorso di reinserimento sociale che prevede il loro coinvolgimento nelle attività di volontariato e l’attivazione di tirocini di inserimento lavorativo.

GUARDAROBA SOCIALE
Il Guardaroba sociale si rivolge alle persone senza fissa dimora o in condizione di grave disagio abitativo (abitazione priva di utenze) alle quali vengono distribuiti vestiti, prodotti per l’igiene personale e gettoni per accedere gratuitamente ai bagni pubblici. Il servizio intercetta situazioni di povertà assoluta e grave emarginazione rispetto alle quali funge anche da sportello informativo sui servizi sociali del territorio e le modalità di accesso ai dormitori cittadini. Nel 2022 gli accessi al guardaroba sono stati 908 da parte di 187 persone.

 

ACCOGLIENZA DONNE E MINORI
Molto intenso e articolato è l’impegno della Caritas per l’accoglienza di donne e minori: mamme singole, donne incinte, donne sole che versano in condizione di grave indigenza. Si tratta in prevalenza di donne africane profughe (Nigeria, Camerun, Costa D’avorio, Sierra Leone, Somalia, Togo) le cui storie sono spesso drammaticamente segnate da traumi, violenze e abusi. L’accoglienza è finalizzata allo sviluppo di percorsi per il recupero dell’autonomia che prevedono misure di orientamento ai servizi del territorio, mediazione linguistica e culturale, assistenza psicologica e legale, sostegno alla genitorialità, scolarizzazione , ricerca di opportunità formative e di lavoro, coinvolgimento in attività di socializzazione e volontariato. Due sono le modalità di intervento: accoglienza di comunità (Casa Betania); housing sociale (gruppo appartamento). Presso il Centro Casa Betania (Ferrara, via Borgovado 7) sono ospitate madri e bambini che, per la loro condizione di fragilità, richiedono interventi di supporto e affiancamento individuale. L’housing sociale prevede invece la costituzione di nuclei di convivenza rispetto ai quali l’azione di affiancamento è rivolta al gruppo più che alle singole persone, coinvolgendo donne con maggiori capacità di autogestione. Questo stesso modello a fine febbraio ha costituito la base per approntare un sistema di pronta accoglienza rivolto ai profughi ucraini. Già nei primi giorni del conflitto infatti sono giunte a Ferrara decine di donne e bambini in fuga dalla guerra. Attualmente la Caritas 70 donne e 49 minori: 33 persone sono ospitate presso Casa Betania; 84 sono inserite in 15 diversi gruppi di convivenza presso altrettanti appartamenti messi a disposizione dalla comunità locale (parrocchie, privati cittadini, associazioni).

AMBULATORIO CARITAS
L’ambulatorio Caritas nasce nel 2015 come attività di supporto all’accoglienza di donne e minori, per le numerose necessità sanitarie che essa comporta soprattutto in ambito ginecologico e pediatrico. Istituito per iniziativa di un gruppo di volontari medici, diventa poi un punto di riferimento per tutte le persone in difficoltà che non sono iscritte al SSN o, pur essendo iscritte, hanno difficoltà a rapportarsi alle strutture sanitarie del territorio, per motivi di natura economica sociale e culturale.
L’attività dell’ambulatorio Caritas coinvolge 15 medici volontari. Si tratta propriamente di un poliambulatorio convenzionato con l’Az. USL di Ferrara. Esso include un ambulatorio di medicina generale, un ambulatorio pediatrico, un ambulatorio ginecologico e un ambulatorio ecografico. Dal agosto 2021 a maggio 2022 l’ambulatorio è stato inoltre un presidio vaccinale anti Covid 19.

 

PER SOSTENERE ECONOMICAMENTE LE ATTIVITÀ DELLA CARITAS DI FERRARA
• Bonifico bancario sul c/c IT 71I 05387 13004 000 000 013357 intestato a Caritas Diocesana di Ferrara – Comacchio, BPER
• Bonifico bancario sul c/c IT 70Q 05387 13004 000 000 012399 intestato all’Associazione Amici della Caritas di Ferrara-Comacchio, BPER
• Consegna dell’offerta presso gli uffici della Caritas Diocesana, in via Brasavola 19 a Ferrara

CONTRIBUZIONI IN BENI MATERIALI
Consegna presso il Centro Caritas, in via Brasavola 19 a Ferrara, dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 17.00
• VESTIARIO PER UOMO e BIANCHERIA PER LA CASA: indumenti sportivi (jeans, tute, felpe, t-shirt), scarpe sportive, biancheria intima, asciugamani e accappatoi
• PRODOTTI PER L’IGIENE PERSONALE: spazzolini da denti, sapone, shampoo, doccia schiuma, bagno schiuma, schiuma da barba, rasoi usa e getta.
• ALIMENTI a lunga conservazione, in confezioni integre, non scaduti.

PER CONOSCERE LE ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO E SEGNALARE LA PROPRIA DISPONIBILITÀ
• info@caritasfe.it
• tel. 0532 740825 – 388 9706494

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La Caritas diocesana ringrazia sentitamente tutti i privati cittadini, gli enti, le aziende e gli esercizi commerciali che, con il loro generoso contributo, condividono e sostengono l’impegno a favore delle persone più bisognose.

FONDAZIONE ESTENSE Via Cairoli, 13
FONDAZIONE SANTINI GAETANO ED ELVIRA, Via Cairoli 13
IPERCOOP IL CASTELLO Via Giusti, 4
INTERSPAR, Via Darsena 81
EUROSPAR, Via Bentivoglio 72
EUROSPIN, Via Porta Catena 39
CONAD VILLA FULVIA, Via C. Righini 15/C
LIDL, Viale Po 58
LIDL, Via Eridano 2G
ALDI, Via Eridano 2/O
CADDY’S, Via Foro Boario 13
CADDY’S, Via Padova 187/F
CADDY’S, Via S. Romano 147,
CADDY’S, Via A. Fiorini 2/C – Copparo
PANIFICIO PASTICCERIA ROVERSI, Via Argine Ducale 325
HOTEL EUROPA, C.so della Giovecca, 49
PASTICCERIA FRIGNANI, Via Modena 565 – Cassana
IL SALOTTO DEL PANE, Via Armari 23/A
ORCOBACCO COTTAGE CAFE BISTROT, Viale Cavour 4
LIFE 120, Via Porta Catena 83
PIZZERIA ARS ET LABOR, Via Riccardo Bacchelli 103
COMANDO OPERAZIONI AEROSPAZIALI (COA), Via Ponte Rosso – Poggio Renatico
S.P.A.L., Via Copparo 142
ROTARY CLUB, Via Armari 8
BPER BANCA, Filiali di Ferrara
AFM – FARMACIE COMUNALI FERRARA, Via Foro Boario 55/57
LIONS CLUB FERRARA, Via Francesco del Cossa 20
AVIS FERRARA, Corso della Giovecca 165
LYONDELLBASELL, Piazzale Guido Donegani 12

ROCKaFE & SAGRA DI S. MAURELIO, Via Conca
Mc DONALD’S, Via Modena 17/A
CHEF EXPRESS, Piazzale della Stazione 8
SOLO COSE BUONE, Via Gherardo Monari 20
LA CIBO, Via del Fabbro
CONSERVE ITALIA, Via della Cooperazione 5 – Pomposa
GRUPPO BARILLA, Via Modena 34
PASTA CUNIOLA, Via Trasvolatori Atlantici 48
DIVERSEY, via Philips 12 – Modena
ATENA-ALFA SRL, Via Veneziani 40/42
PATTENON COSMETICS, Via del Palù 7 – San Martino di Lupari
SOCOTEC ITALIA, Via Annibale Zucchini 69
BENVIC SRL, Via Marconi 73
RISTORANTE DA ROBERTO, Via Saletta 10 – Tamara
AZIENDA AGRICOLA GUERZONI, Via Cento 62 – Vigarano Mainarda
COLDIRETTI, Via Contrari 5
ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE “LA SCUOLA”, Via Bologna 1054
ALFASIGMA SPA, Via Ragazzi del ’99 5 – Bologna
COFERASTA SPA, Via Bologna 900
GRANDI RISO, Via Fronte I° Tronco 20 – Pontelangorino
BOWLING ESTENSE, Via Pianelle 100
C+C CASH AND CARRY, Via del Commercio 12
TIGER, Via dei Contrari 5
RISO DEL DELTA DEL PO IGP, Via J. F. Kennedy, 136 – Taglio di Po
PIZZERIA ALBACHIARA, Via Piangipane 30
AGRICOLA BIVONA, Via Bologna 464
CIRCOLO SPORTIVO SANT’AGOSTINO, Viale Europa 6 – Sant’Agostino
ASS. AMICI DEL TERRITORIO DELLA COMUNITÀ DI SANT’AGOSTINO A.D.T., Viale Europa 37 – Sant’Agostino
LE ASSOCIAZIONI DI CORONELLA tramite il progetto “Un dono… per un dono”

UCRAINA: ASCOLTIAMO IL GRIDO DI PACE

UCRAINA: ASCOLTIAMO IL GRIDO DI PACE
L’impegno della Caritas a sostegno della popolazione

 

In Ucraina la situazione è sempre più grave con la capitale Kiev sotto assedio, si temono sempre più vittime civili e il rischio di una catastrofe umanitaria. Sono già centinaia di migliaia sfollati e rifugiati nei Paesi limitrofi.

In questo quadro è sempre più difficile l’opera di soccorso della Caritas in Ucraina che moltiplica gli sforzi per far fronte ai bisogni immediati, ma anche per dare ascolto e sostegno psicologico alla popolazione sconvolta dalla follia della guerra. Gli operatori stanno cercando di mantenere in attività tutta la rete dei centri polivalenti che sono stati attrezzati per aiutare i tanti sfollati di questa lunga crisi che ha coinvolto il paese. Attraverso questi centri e altre strutture che man mano si rendono disponibili, si stanno distribuendo generi alimentari, prodotti per l’igiene, acqua potabile, e prodotti per il riscaldamento, si sta fornendo assistenza sanitaria, supporto psicologico, assistenza alle persone anziane rimaste sole ed accoglienza. Operatori e volontari sono mobilitati per trasportare le persone più vulnerabili in zone più sicure. Da segnalare anche la presenza di personale sanitario che negli anni si è specializzato nell’assistenza delle persone traumatizzate dalla guerra che risulta quanto mai preziosa in questo frangente.

Particolare attenzione è rivolta ai minori, in parte alloggiati presso 22 case famiglia, ma soprattutto ai tanti bambini ospitati negli orfanotrofi pubblici. La Caritas ha messo a disposizione nella parte più occidentale del paese 5 strutture di accoglienza dove assistere questi bambini.

La solidarietà si è estesa anche nei paesi limitrofi dove si stanno riversando i profughi. Si stima che nei prossimi giorni tra uno e cinque milioni di ucraini potrebbero cercare rifugio in Europa, passando soprattutto attraverso la Polonia. Le Caritas Polonia, Moldova e Romania sono in prima fila nell’organizzazione dell’accoglienza e chiedono un aiuto per far fronte a tale emergenza. In Moldavia la Caritas ha aperto tre centri (Chisinau, Palanca e Ocnita) per 500 posti letto, mentre in Polonia la rete delle Caritas diocesane ha messo a disposizione altri 2500 posti letto. Stanno inoltre mobilitando volontari per stare vicino alle famiglie che saranno accolte nei centri predisposti dalle autorità locali. Vicinanza e solidarietà sono state espresse anche a quanti sono dovuti scappare in Russia, nella regione di Rostov, che negli anni hanno ricevuto il sostegno della Caritas diocesana locale e di Caritas Italiana.

Registriamo infine una grande mobilitazione solidale in tutta Europa, con iniziative per la pace e di prossimità alle comunità di ucraini/e che vivono in Italia e negli altri paesi europei. In Italia molte ucraine impregnate in servizi di cura nelle nostre famiglie esprimono preoccupazione per la sorte dei loro familiari. Sono 230 mila gli ucraini che vivono stabilmente nel nostro paese, l’80 per cento sono donne che lavorano nei servizi di assistenza e cura.

Caritas Italiana ha messo a disposizione 100 mila euro per i bisogni immediati e resta accanto alla Caritas in Ucraina ed alla popolazione tutta. Ringrazia quanti stanno già sostenendo con generosità gli interventi umanitari in atto e rinnova l’appello alla raccolta fondi. Accoglie e rilancia l’invito che la Presidenza della Cei ha fatto a tutte Chiese che sono in Italia a unirsi in una corale preghiera per la pace e ad aderire alla Giornata di digiuno indetta da Papa Francesco per il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri per la conversione dei cuori e per invocare il dono della pace.

⇒È possibile sostenere gli interventi della Caritas utilizzando il conto corrente IT 15 E 05387 13005 000002957007, BPER AG. 4 di Ferrara Corso Martiri della Libertà, intestato a CARITAS DIOCESANA DI FERRARA – COMACCHIO con causale “Emergenza Ucraina”.

UCRAINA: FERMIAMO LA GUERRA

UCRAINA: FERMIAMO LA GUERRA
Inascoltati gli inviti alla pace. L’appello Caritas per aiuti immediati

 

“Ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni”. Per questo i Vescovi del Mediterraneo – riuniti a Firenze per l’incontro Mediterraneo frontiera di pace –  “chiedono ad una sola voce pace”, esprimendo preoccupazione e dolore per lo scenario drammatico in Ucraina e fanno “appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche perché tacciano le armi”.

“In questo momento difficile, c’è un grande bisogno di unità, sostegno, abbiamo bisogno di sentire che non siamo soli”. Don Vyacheslav Grynevych, direttore della Caritas-Spes Ucraina, dopo il precipitare degli eventi e l’attacco da parte della Russia rilancia con forza un appello alla solidarietà.

Una situazione drammatica che avrà ripercussioni non solo militari. Molti civili sono e saranno infatti sempre più coinvolti nei bombardamenti che stanno colpendo diverse città del paese. C’è inoltre molta preoccupazione per l’enorme numero di profughi che sta cercando di lasciare le proprie città e le proprie case, per trovare riparo in altre zone dell’Ucraina o nei Paesi confinanti. Le notizie e le immagini raccontano di enormi colonne di cittadini in fuga con le loro auto dalle principali città, inclusa la capitale Kiev.

Caritas in Ucraina -grazie anche al sostegno della rete internazionale – è sempre rimasta accanto alla popolazione e ora sta moltiplicando gli sforzi per poter raggiungere quante più persone possibili. “Vi chiediamo di starci vicino con la solidarietà e la preghiera” ha detto Tetiana StawnychyPresidente di Caritas Ucraina, assicurando che al momento tutti gli operatori della Caritas sono illesi e si  stanno prodigando per far fronte all’emergenza.

I 19 centri presenti su tutto il territorio – una rete capillare che dal 2014 ha accolto migliaia di persone, assistendole nei loro bisogni primari – hanno ora più che mai necessità di rifornimenti e attrezzature per rispondere all’attuale emergenza. In particolare servono: generi alimentari, prodotti per l’igiene e medicinali. Resta prioritaria anche la fornitura di acqua potabile, così come la distribuzione di materiale per garantire il riparo e il riscaldamento delle famiglie, considerate le rigide temperature invernali.

Accanto a Caritas Ucraina si sta attivando tutta la rete delle Caritas europee, in particolare le Caritas dei paesi limitrofi – Polonia, Romania e Moldavia – per accogliere tutti coloro, probabilmente migliaia di persone, in fuga dalla guerra. 

Caritas Italiana resta accanto alla Caritas in Ucraina ed alla popolazione tutta, attivandosi per fornire gli aiuti necessari per rispondere ai bisogni più urgenti e ha avviato  una raccolta fondi per sostenere gli interventi di assistenza umanitaria ed emergenziale.

Invita anche alla prossimità con le sorelle e i fratelli ucraini che sono nel nostro Paese e, accogliendo l’invito del Papa, a rispondere “all’insensatezza della violenza” con “le armi di Dio”, dedicando il 2 marzo, Mercoledì delle ceneri, alla preghiera e al digiuno per la conversione dei cuori e per invocare il dono della pace.

⇒È possibile sostenere gli interventi della Caritas utilizzando il conto corrente IT 15 E 05387 13005 000002957007, BPER AG. 4 di Ferrara Corso Martiri della Libertà, intestato a CARITAS DIOCESANA DI FERRARA – COMACCHIO con causale “Emergenza Ucraina”.

 

50 Anni di Caritas Italiana

Non c’è probabilmente nessuno in Italia a cui il nome Caritas suoni sconosciuto. Per molti è sinonimo di assistenza verso chi è nel bisogno: i centri di ascolto, le mense, le tende da campo dopo i terremoti, i progetti nei Paesi in via di sviluppo, ecc.; altri lo collegano a esempi di prossimità consapevole e ragionata, come i rapporti che documentano l’evoluzione della povertà o dell’immigrazione, o valutano l’efficacia delle politiche pubbliche.
Questa riconoscibilità è il frutto di un percorso che ha portato la Caritas a rendersi protagonista dell’evoluzione della società e della Chiesa italiane, che nel 2021 raggiunge il traguardo dei cinquant’anni, per cui sono in corso le celebrazioni. Era il 2 luglio 1971 quando, nell’ambito dell’aggiornamento postconciliare, la Conferenza episcopale italiana istituiva la Caritas italiana, l’organismo pastorale che, come recita l’art. 1 del suo Statuto, ha lo scopo di «promuovere, anche in collaborazione con altri organismi, la testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica». Dunque la Caritas non è un ente benefico a ispirazione cattolica, ma un “pezzo” della comunità cristiana di cui non si può fare a meno, perché senza testimonianza della carità non vi è Chiesa.

Leggi qui l’intero articolo di Giacomo Costa.

Afghanistan: preghiera nelle carceri d’Italia il 28 e 29 agosto

Afghanistan: preghiera nelle carceri d’Italia il 28 e 29 agosto
Iniziativa promossa da Ispettorato Cappellani Carceri e Caritas Italiana

Don Grimaldi, la preghiera ci sospinge all’azione.
Per don Soddu, è fondamentale sentirsi parte di una stessa famiglia umana

Roma, 26 agosto. Le drammatiche immagini di un paese imprigionato nella paura e nel terrore, pongono interrogativi e invitano alla solidarietà umana e spirituale.  L’Ispettorato Generale Cappellani delle Carceri d’Italia unitamente a Caritas Italiana promuovono una giornata di preghiera nelle carceri, sabato 28 e domenica 29 agosto. All’Angelus della scorsa domenica, Papa Francesco ha chiesto a tutta la Chiesa e ad ogni persona di buona volontà di pregare con Lui, il Dio della Pace “affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del Dialogo”. Dalle indicazioni del Pontefice nasce, dunque, l’invito di preghiera comunitaria nelle carceri sollecitato dall’Ispettore dei cappellani delle carceri d’Italia, don Raffaele Grimaldi e dal Direttore della Caritas Italiana don Francesco Soddu. “Solo dove c’è la sofferenza e il dramma della solitudine si può comprendere ancora meglio la sofferenza dell’altro – nella  motivazione di don Grimaldi –  perciò,  invito i cappellani dei nostri Istituti Penitenziari, che seguono con apprensione le sorti del popolo Afghano, unitamente ai volontari e agli operatori , di farsi promotori di una preghiera solidale, affinché durante  Sante Messe di Sabato 28 e Domenica 29 di Agosto, i nostri Istituti possano diventare dei veri Cenacoli di solidarietà e di vicinanza al popolo afgano.” Don Soddu ha sottolineato che “l’esperienza della pandemia ci ha ricordato quanto siamo fragili e che è fondamentale sentirsi parte di una stessa famiglia umana, dove ciascuno ha assoluto bisogno degli altri. Di tutti gli altri. Con la preghiera possiamo davvero essere Fratelli tutti”.

 

Ancora sull’importanza del raccoglimento in  preghiera nella realtà marginale della vasta  comunità  del carcere , l’Ispettore dei cappellani soggiunge  che “ La preghiera e un’arma silenziosa e potente che squarcia i celi e giunge al cuore di Dio. La preghiera del cuore, ci fa sentire vicino ad un popolo lontano; nessuno si senta abbandonato perché la Chiesa ha sempre spalancato le sue porte alla solidarietà e all’accoglienza costruendo dialogo con tutti, unica via possibile per soccorrere popoli in difficoltà come quelli dell’Afghanistan  dove i deboli sono schiacciati dalla violenza. I detenuti dei nostri istituti, nonostante la loro condizione di ristretti, sono sempre attenti ai drammi e alle criticità fuori dalle mura. Le porte chiuse e sbarrate dei nostri penitenziari non ostacolano e non impediscono “alla preghiera di evadere” per avvolgere un mondo che soffre a causa delle violenze e dell’egoismo dell’umanità”.  Infine, il Capo dei Cappellani rivolge l’invito  ai confratelli cappellani operanti negli Istituti Penitenziari d’Italia  affinché sostengano  le due giornate di preghiera comunitaria.

“Carissimi amici cappellani, grazie sempre per la vostra testimonianza missionaria che permette al Vangelo di toccare il cuore di ogni uomo e grazie in particolare per l’attenzione che darete a questo invito di preghiera per l’Afghanistan. In questo momento storico la preghiera è, per i nostri fratelli e sorelle prigionieri, uno strumento in favore di un  cammino di vera educazione e di promozione dei valori e , nel contempo,  è un invito alla riflessione sulla  responsabilità di essere attenti ai bisogni dell’altro per accompagnare la rinascita di ogni persona. Preghiamo per la piccola Comunità dei credenti testimoni vivi e con il Signore Gesù affermiamo: “Non temere piccolo gregge” affinché, il terrore seminato in questi giorni, non rubi “la speranza nel cuore di coloro che Credono in Dio unico Padre di Tutti”.

Amici della Caritas – approvato il Bilancio 2020

Mercoledì 22 giugno, l’assemblea dei soci ha approvato il Bilancio 2020 di Amici della Caritas aps, l’associazione che riunisce volontari e operatori  dei servizi di assistenza promossi dalla Caritas diocesana di Ferrara-Comacchio.

Il 2020 è stato un anno faticoso, segnato dall’epidemia virale, ma proprio questa fatica lo ha reso a suo modo un anno memorabile per l’impegno e la tenacia che tutti hanno saputo esprimere nella loro attività.

In uno scenario di emergenza nazionale, la squadra  Caritas ha dovuto trovare forme nuove di organizzazione, capaci di contemperare le esigenze della sicurezza e della solidarietà: pasti da asporto, ascolto telefonico, consegna a domicilio degli aiuti alimentari, meticolosa programmazione   delle presenze per “contenere i numeri” laddove prima c’era tutto il gusto di ritrovarsi e fare  insieme, con un po’ di umana confusione. Nella cucina della mensa, nel mazzino dei generi di prima necessità, nei centri di accoglienza, si misurano le distanze, si tracciano sul pavimento percorsi di ingresso e di uscita, si piazzano colonnine di  disinfezione con erogatore touchless;  si battibecca, con variabile asprezza, tra i poco e i molto disciplinati, sul grado di approssimazione ancora tollerabile: altezza della mascherina sul naso, integrità  e grado di pulizia dei guanti, ammissibilità e condizioni di fruizione della pausa sigaretta; è solo una forte influenza, esperimenti sfuggiti al controllo in laboratori segreti , siamo tutti nelle mani del buon Dio… Ma, dopo un breve periodo di assestamento, rieccoli tutti in campo, pronti a continuare la partita e a sporcarsi  igienizzarsi le mani per offrire sostegno alle tante famiglie che, sempre più numerose, bussano alla porta della Caritas in cerca di aiuto e conforto.

 

Amici della Caritas di Ferrara-Comacchio aps – Bilancio 2020

AMICI DELLA CARITAS DI FERRARA-COMACCHIO APS

CF 93080120384A

 

Bilancio di esercizio 2020 (visualizza)

 

Contributi pubblici percepiti nel periodo 1/1/2020 – 31/12/2020

Ente erogatore Riferimento Importo
ASP Ferrara Servizi di accoglienza di richiedenti protezione internazionale

CIG 7348165994

€  441150,36
ASP Ferrara Contributo per accoglienza donne e minori €     20088,00
Prefettura di Ferrara

Ufficio territoriale del Governo

Accordo quadro per i servizi di gestione di centri di accoglienza

CIG 79450048B4

€     294588,5

 

5 per mille

Proventi dal 5 per Mille Anno 2020 €     10355,00

 

Appello Caritas per la situazione in Bosnia e Erzegovina

SITUAZIONE DISPERATA IN BOSNIA E ERZEGOVINA E LUNGO LA ROTTA BALCANICA
L’ACCORATO APPELLO CARITAS: NON SI PUÒ PIÙ ASPETTARE

Si aggrava sempre di più, anche per il peggioramento delle condizioni meteorologiche, l’emergenza umanitaria per i migranti bloccati in una situazione disumana al campo di Lipa, nel nord-ovest della Bosnia e Erzegovina. Abbondanti nevicate e temperature che scendono fino a -10°C mettono a rischio la vita di circa 900 persone che vivono nel campo in condizioni molto carenti. Ad oggi infatti sono state montate, da parte dell’esercito bosniaco, solamente una dozzina di tende non ancora riscaldate che danno riparo notturno a circa metà di queste persone, mentre l’altra metà continua a dormire in rifugi improvvisati. Le condizioni igieniche sono disastrose, dal momento che mancano completamente i servizi igienici, l’acqua potabile e un sistema fognario. Non ci sono nemmeno i collegamenti elettrici, le strade di accesso al campo sono ghiacciate e difficilmente percorribili, e l’altopiano di Lipa è di fatto isolato.

Mons. Komarica, Vescovo di Banja Luka ha lanciato un accorato appello, chiedendo a tutti i rappresentanti politici che possono prendere decisioni di “lavorare insieme, con l’aiuto materiale della comunità internazionale, per risolvere questa catastrofe umanitaria in modo positivo ed efficace, il prima possibile”.

Mentre l’esercito monta le prime tende e gli aiuti umanitari stanno arrivando, gli operatori di Caritas Italiana raccolgono le voci di quanti sull’orlo della morte soffrono per l’indifferenza prolungata della comunità internazionale. “Fa troppo freddo, sto impazzendo, non sono sicuro di farcela a sopravvivere” è il disperato grido di aiuto di Ali, uno degli ospiti del campo proveniente dal Pakistan.

Caritas Italiana, in collaborazione con altre realtà non profit presenti sul posto, è impegnata nella distribuzione di cibo e di abbigliamento invernale (scarpe, giacche a vento, sciarpe, cappelli) e soprattutto di legna da ardere, per consentire ai migranti di scaldarsi. Questi aiuti sono resi possibili grazie alla solidarietà mostrata da molte persone ed organizzazioni che in questi giorni stanno contribuendo alla raccolta fondi necessaria proprio per l’acquisto di beni essenziali per la sopravvivenza di queste persone.

Rimane difficile comprendere la decisione del governo della Bosnia e Erzegovina di trasformare Lipa in un campo permanente, pur sapendo che serviranno molte settimane per raggiungere degli standard minimi di sicurezza, e il rifiuto di ricollocare i migranti in strutture più pronte e più adatte all’inverno a seguito anche delle forti proteste delle comunità locali interessate. Anche l’Unione Europea chiede che a Lipa vengano rispettati i diritti umani ed ha stanziato nuovi fondi, oltre quelli già messi a disposizione, per poter migliorare le condizioni del campo, ma senza un esito concreto immediato.

Caritas Italiana lancia di nuovo con forza un allarme per la estrema drammaticità della situazione a Lipa, come anche in molte altre località della rotta balcanica. “Non si può più aspettare – sottolinea don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana – è assolutamente urgente fare ogni sforzo per garantire un’accoglienza dignitosa e sicura, rafforzare l’assistenza umanitaria a Lipa e in tutti gli altri campi profughi della Bosnia e Erzegovina”.

È necessario far cessare le prassi di respingimenti violenti sulla frontiera bosniaco-croata e ridiscutere le procedure e le politiche migratorie del paese e della regione, per sviluppare un sistema che tuteli maggiormente la vita e i diritti delle persone in transito o dei richiedenti asilo, procedure più snelle e sicure per il transito verso l’Unione Europea dei migranti, soprattutto di quelli in condizioni più vulnerabili, anche grazie a nuovi corridoi umanitari. Le persone in transito lungo la Rotta Balcanica sono infatti spesso in fuga da scenari di guerra e persecuzione, ed hanno pieno diritto alla protezione internazionale lungo il proprio percorso migratorio.

È possibile sostenere gli interventi della Caritas utilizzando il conto corrente IT 15 E 05387 13005 000002957007, BPER AG. 4 di Ferrara Corso Martiri della Libertà, intestato a CARITAS DIOCESANA DI FERRARA – COMACCHIO con causale “Europa/Rotta balcanica”.

Magazzino Pieno!

Concludiamo con un sorriso questo difficile anno grazie all’impegno di singole persone, gruppi, parrocchie, associazioni, enti e attività commerciali…il nostro magazzino adesso è pieno!
Ripensando ai mesi angoscianti di inizio pandemia, quando i nostri magazzini erano vuoti perché le persone che non riuscivano più a fare la spesa erano tantissime e i rifornimenti non bastavano, non possiamo che ringraziare tutti coloro che, con enorme generosità, hanno dato il loro contributo, permettendoci di fornire almeno una spesa a tutti coloro che la chiedevano.
Il vostro impegno non si è fermato ed è andato avanti fino ad oggi, le piccole e grandi donazioni ci hanno fatto andare avanti e anche quando non sembrava esserci soluzione arrivava inaspettatamente il vostro aiuto, come una mano tesa quando non te l’aspetti e ti fa tornare il sorriso e la speranza.
Grazie a tutti!

EMERGENZA CROAZIA

Un potente terremoto di magnitudo 6.2 ha colpito la Croazia il 29 dicembre 2020, alle ore 12:19, con epicentro nella cittadina di Petrinja, a circa 50 km dalla capitale Zagabria. La violenza è stata tale che il terremoto si è sentito anche in Bosnia e Erzegovina, Serbia, Ungheria, Slovenia, Austria, oltre che in molte regioni italiane. La regione epicentro del terremoto aveva già subito un altro grave terremoto lo scorso 22 marzo 2020, di magnitudo 5.5, e proprio ieri c’era stata nella stessa zona un’altra forte scossa di magnitudo 5.2.  Si calcola che questo terremoto sia stato circa 30 volte più potente di quello del marzo scorso. La sequenza di terremoti negli ultimi mesi aveva già reso molto fragile le infrastrutture e le abitazioni della zona. il terremoto ha dunque provocato numerosi danni materiali.
Sono crollati palazzi e ci sono state vittime in varie cittadine della zona, e si contano gravi danni materiali nella capitale Zagabria e perfino anche in alcuni comuni della vicina Bosnia Erzegovina, al confine con la Croazia. Continua a crescere il numero di sfollati e di chi è rimasto senza abitazione: tra le 5.000 e le 10.000 persone, secondo una prima stima. A causa della distruzione o inagibilità delle proprie case, moltissimi sfollati hanno passato le notti all’aperto, dormendo per lo più nelle loro auto, mentre alcune altre centinaia sono state trasferite in sistemazioni temporanee quali caserme, palestre, hotel, scuole, tensostrutture. Le operazioni di accoglienza degli sfollati sono però complicate dalle necessarie misure di prevenzione del contagio da coronavirus, per cui non è possibile assembrare troppe persone nelle sistemazioni che vengono identificate.

 

“Un terremoto ha provocato vittime e danni ingenti in Croazia. Esprimo la mia vicinanza ai feriti e a chi è stato colpito dal sisma. Prego in particolare per quanti hanno perso la vita e per i loro familiari. Auspico che le autorità del Paese, aiutate dalla Comunità internazionale, possano presto alleviare le sofferenze della cara popolazione croata” ha detto papa Francesco durante l’udienza di mercoledì 30 dicembre.

 

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha deciso lo stanziamento di 500mila euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, come prima forma di aiuto alle vittime del terremoto. Lo stanziamento è destinato, attraverso Caritas Italiana, a far fronte ai beni di prima necessità: cibo, farmaci, assistenza medica, kit igienico-sanitari, alloggi temporanei. Intanto, Caritas continua a seguire con apprensione l’evolversi della situazione e ha intensificato i contatti con Caritas Croazia.

È possibile sostenere gli interventi della Caritas utilizzando il conto corrente IT 15 E 05387 13005 000002957007, BPER AG. 4 di Ferrara Corso Martiri della Libertà, intestato a CARITAS DIOCESANA DI FERRARA – COMACCHIO con causale CROAZIA/TERREMOTO DICEMBRE 2020.