In Emilia Romagna, come in tutta Italia, la Caritas è uno dei soggetti impegnati nell’accoglienza dei migranti richiedenti asilo. L’impegno della Caritas è l’impegno della Chiesa secondo uno stile di prossimità che si concretizza nella relazione con l’altro, umile e fiduciosa, ed esprime nelle opere più che nei discorsi il proprio valore cristiano.
Così si è espresso Mons. Douglas Regattieri, Vescovo della Diocesi di Cesena- Sarsina e delegato della Conferenza Episcopale E. R. per il Servizio della Carità, a proposito dell’impegno delle Caritas Diocesane nell’accoglienza dei migranti:
“La testimonianza dei fatti, più che le parole e i discorsi spesso lontani dalla realtà, è la carta di presentazione della nostra identità. Essa proviene da una consapevolezza di fondo che ha il suo radicamento nell’incontro con Cristo. E’ Lui che rende profondo, continuativo e gratuito lo sforzo di promuovere tutto l’uomo e tutti gli uomini. Si invera così nel concreto della nostra presenza quanto il Vangelo con disarmante semplicità afferma: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare… ero forestiero e mi avete ospitato” (Mt 25, 35).
Tante sono state negli ultimi anni le progettualità avviate nella nostra regione dalle Caritas Diocesane in collaborazione con le istituzioni, con il coinvolgimento delle realtà parrocchiali e del Terzo Settore; tanti percorsi di speranza e comunione molti dei quali intrapresi spesso sulla base di un’esperienza quotidiana di incontro, ascolto e sostegno alle persone bisognose che precede e accompagna l’impegno verso i profughi.
Nella nostra Diocesi in particolare, la Caritas diocesana, tramite l’associazione “Amici della Caritas” di cui è promotrice, accoglie donne e minori presso il Centro Casa Betania già attivo dal 2014 in questo tipo di accoglienza. L’Opera don Calabria, anch’essa mettendo a frutto la propria esperienza, accoglie invece minori non accompagnati. L’Associazione Viale K e l’Associazione Mons. Filippo Franceschi propongono, secondo un modello lungamente sperimentato, l’accoglienza in comunità.
Si può dunque dire che l’accoglienza dei richiedenti asilo non costituisce una novità, ma il contesto ultimo e più attuale in cui si dispiega l’attenzione verso i più fragili che ordinariamente anche nella nostra Diocesi caratterizza una Chiesa viva e attenta.
Molte sono naturalmente le difficoltà e le fatiche per la complessità dei bisogni individuali e dei percorsi necessari di integrazione, ma anche queste difficoltà diventano misurabili e gestibili soltanto nella pratica quotidiana dell’accoglienza, in contrasto con una logica dell’emergenza che genera chiusura e disgregazione.
Su questa logica sembra oggi purtroppo radicarsi una cultura dell’esclusione e dell’inconsapevolezza, rispetto alla quale la Caritas, in linea con le posizioni della Conferenza Episcopale Italiana, avverte il bisogno di richiamare le coscienze ad un coinvolgimento fattivo e diffuso per l’accoglienza e il dialogo.
Rimandiamo all’articolo pubblicato su La Voce, di cui sopra abbiamo pubblicato un estratto, per il testo integrale del documento redatto dalle Caritas Emiliano Romagnole.