Corsi di italiano Caritas: le storie di alcune ospiti e dei nuovi volontari

(Qui il primo articolo sulla scuola Caritas)

Un particolare che colpisce ascoltando le storie di alcune delle persone che frequentano la scuola della nostra Caritas, è che si ricordano il giorno esatto del loro arrivo a Ferrara. Difficile dimenticare quella data che per loro rappresenta l’inizio concreto di una speranza nuova.

Complice anche le difficoltà che sta attraversando il CPIA di Ferrara, attualmente i corsi di italiano della nostra Caritas diocesana vengono frequentati da una 50ina di persone.

DALL’AFRICA E DALL’UCRAINA 

Abbiamo incontrato  alcune di loro nel bel mezzo di una lezione. La prima a presentarsi è Mimì, originaria dell’Eritrea, che ha vissuto anche negli USA ed è a Ferrara da 6 mesi. Ha lasciato il suo Paese perché perseguitata per motivi politici. Tre gli ucraini che conosciamo: Vita, a Ferrara da sei mesi col suo bimbo, e il figlio Artem, 12 anni, che frequenta la scuola Boiardo, sono originari di Vinnycja, dove il marito è rimasto;Lyudmila, invece, è arrivata qui 5 mesi fa assieme ai due figli, Bogdan di 8 anni e la piccola Elin di 6 mesi; e poi c’è Yehven, 73 anni, militare in pensione, originario di Kryvyj Rih, non lontano da Dnipro.

Due le africane che incontriamo: Melaine, 18 anni compiuti venerdì scorso, ivoriana, in Italia da 7 mesi ; ed Emilie Claire, 33 anni, camerunense, qui col figlioletto Natan.

I NUOVI VOLONTARI

Assieme all’operatrice Elisa Ferraretto, incontriamo anche tre nuovi volontari.

Mattia e Rebecca sono due giovani universitari da poco più di un mese in servizio in Caritas grazie all’Anno di Volontariato Sociale. Il primo, mantovano, è iscritto a CTF (Chimica e tecnologia farmaceutiche) a UniFe. CapoScout, è rimasto affascinato dalla proposta della nostra Caritas diocesana. Nella scuola qui a Casa Betania – ci spiega – «i momenti più difficili sono quando non riesci a spiegarti nemmeno nei concetti più semplici, perché la lingua è ancora un ostacolo importante». Ma quando, spontaneamente, coi nostri ospiti stranieri iniziano ospiti conversazioni anche personali, quando le donne e gli uomini accolti iniziano anche a raccontare la proprio storia, Mattia si sente ripagato di ogni fatica.

Rebecca, invece, originaria del teramano, è al terzo anno di Lettere a UniFe: «qui, oltre all’AVS – ci spiega -, svolgo anche il tirocinio, e ho chiesto io esplicitamente di essere in servizio nei corsi di italiano e nel doposcuola, per iniziare a fare esperienza nel mondo dell’insegnamento. Sono contentissima, è bello conoscere persone di culture diverse e stare con bambini di diverse età».

Poi c’è Adriana Sabato: Viceprefetto vicario in pensione dal 2019, è qui in Caritas da un paio di mesi. «Sono stata io a offrirmi per i corsi di italiano: gran parte del mio lavoro riguardava, infatti, il mondo dell’immigrazione, quindi desideravo proseguire in questo ambito, anche se, naturalmente, in un modo molto diverso, più relazionale e meno burocratico. E nella mia esperienza lavorativa – anche come Presidente della Commissione territoriale per il Riconoscimento della Protezione internazionale di Verona – ho visto come la conoscenza della lingua italiana sia fondamentale per l’integrazione». Per concludere la nostra chiacchierata, le chiediamo ciò che maggiormente la sta colpendo di questa esperienza:«ammiro tanto, in particolare, vedere le ragazze che seguono il nostro corso di italiano portando con sé i bimbi piccoli. Non dev’essere facile per loro seguire le lezioni e tenere a bada i piccoli. È qualcosa che mi commuove».

Andrea Musacci