Giorgio Forini e il servizio come relazione personale
Lo scorso 1° novembre ci ha lasciato Giorgio Forini, 67 anni, storico volontario della nostra Caritas diocesana. Pubblichiamo i ricordi di chi l’ha conosciuto e con lui ha collaborato
Grande il dolore per la scomparsa di Giorgio Forini, storico volontario della nostra Caritas diocesana, deceduto a 67 anni all’alba del 1° novembre, Festa di Ognissanti, dopo un periodo di ricovero all’Ospedale di Cona. I funerali sono fissati per martedì 7 novembre alle ore 14 nella chiesa di Santa Maria in Vado.
Dopo una vita come impiegato in Carife, Forini aveva dedicato anima e corpo al servizio per gli ultimi della nostra città. Instancabile parrocchiano di Santa Maria in Vado, impegnato in Caritas, in particolare nella nostra mensa di via Brasavola, è stato anche volontario e vicepresidente dell’Associazione Viale K, promotore dell’iniziativa “Galeorto” nel carcere di via Arginone, collaboratore della comunità d’accoglienza “La Ginestra” di Cocomaro di Focomorto. Era stato, inoltre, membro del Commissione Affari Economici dell’Unità Pastorale Borgovado, membro della Commissione diocesana per la famiglia e Valutatore Sociale nel GIT (Gruppo di Iniziativa Territoriale) ferrarese di Banca Etica. Fratello di don Francesco (parroco di Mizzana, Assistente dell’Azione Cattolica diocesana, morto nel 2014 a 67 anni in un incidente stradale) e di Bernardetta, lascia la moglie Maria Teresa “Besa” Lucci, i figli Giacomo, Michele, Cecilia, Laura e sei nipoti.
La tristezza per la sua scomparsa non è, però, più forte della grande riconoscenza dei tanti amici e conoscenti di cui è stato compagno di vita fino all’ultimo.
Di seguito pubblichiamo alcuni ricordi di operatori e volontari della Caritas di Ferrara.
«Gli operatori e le operatrici, i volontari e le volontarie della Caritas si uniscono commossi nel ricordo di Giorgio Fiorini che lo scorso 1° novembre è tornato alla casa del Padre. La sua instancabile dedizione al servizio per le persone bisognose e per la comunità è stata per noi esempio, stimolo e fonte di energia e fiducia. Con la sua scomparsa Giorgio non lascia un vuoto ma il segno pieno di una presenza operante che continuerà a produrre, nelle fede di cui è stato testimone, frutti sempre nuovi di Carità e Speranza. Questa certezza conforti i familiari che oggi ne piangono la dipartita, ai quali ci stringiamo fraternamente in un abbraccio affettuoso».
Caritas diocesana
«Lo incrociavo spesso a margine delle nostre “faccende” di carità. Ci incontravamo senza fare grandi discorsi ma in una dimensione operante, feriale e quotidiana: nel suo servizio per la Caritas o a volte in carcere nel suo impegno per “Galeorto” o per strada quando accompagnava i nipoti a scuola. Per me era sempre bello pensare che “circolasse” una persona così per la città, era sempre sorridente e disponibile. È stato davvero un bravo volontario Caritas, un modello: era sempre al servizio degli altri».
Michele Luciani (Operatore Caritas diocesana)
«Per la nostra Caritas, Giorgio in mensa era il referente sia per le colazioni della domenica sia per il gruppo di volontarie e volontari (circa 25) per il pranzo della terza domenica del mese. Il suo servizio in questi pranzi domenicali era quello del tipico “tuttofare”, era il “jolly”, spazzava o andava in magazzino o aiutava in cucina, a seconda della necessità del momento. Era la figura centrale, di riferimento, anche se in questa sua centralità non dominava mai. Giorgio coordinava tutto e conosceva anche molti degli avventori, con cui era sempre accogliente: a una persona chiedeva qualcosa, a un’altra faceva una battuta, ma senza mai banalizzare…Una confidenza, questa, maturata negli anni e che portava gli ospiti della mensa a fidarsi di lui sentendosi rispettati e, anche solo per poco tempo, a poter sdrammatizzare, dimenticando per un po’ la loro difficile situazione. Era, quindi, questo ciò che maggiormente lo contraddistingueva in mensa: il saper tenere le relazioni con le persone accolte, di cui conosceva le storie. E se a volte, come capita, nascevano situazioni spiacevoli, riusciva a calmare gli animi, a stemperare con una battuta, senza assumere la posizione di chi ha “potere”. “Com’è che Giorgio non c’è oggi??”, chiedevano gli ospiti della nostra mensa se non lo vedevano, tanto erano affezionati a lui. Giorgio non era mai retorico e non calava mai niente dall’alto: questo è il più grande insegnamento che ci lascia».
Laura Chiappini e Mario Bonati (Volontari Caritas diocesana)