Quei furgoni bianchi in giro per la città…Ecco come funziona il ritiro dei beni
Il racconto dell’operatrice Emily: il tour quotidiano, i supermercati coinvolti, i prodotti disponibili
C’è un furgone che sei giorni su sette, ogni settimana, col sole o la tempesta, puntuale alle 9.15 parte dal nostro Centro Caritas di via Brasavola e inizia il consueto giro per raccogliere beni alimentari in supermercati e forni, destinati alla mensa, ai pacchi viveri, alla distribuzione di frutta e verdura.
Ma alla guida del mezzo bianco col logo “Caritas” non immaginatevi un rude autista ben piantato. C’è una giovane donna, Emily Rasconi, capelli corti e occhiali grandi, una massa di muscoli più che sufficiente per caricare e scaricare casse e scatole raccolte dai 3 ai 5 supermercati, a seconda dei giorni. Ad aiutarla, guidando un furgone più piccolo alcune mattine alla settimana, c’è Claudio, destinato a un paio di altri supermercati.
Vivere con i poveri
I suoi esordi in via Brasavola sono stati tutt’altro che diurni o raminghi: operatrice dal maggio 2014, Emily ha iniziato in Caritas facendo la sorvegliante notturna nel dormitorio femminile. La motivazione che l’ha spinta? Il desiderio di stare in mezzo alla gente, ai poveri, di vivere la loro vicinanza nella carità, ispirata dalle “Piccole Sorelle di Gesù” di Charles de Foucauld. Stare tra i poveri, dunque, vivere con loro come vocazione di una vita. Dopo un paio di anni in dormitorio, Emily ha iniziato a dedicarsi dove c’era più bisogno: per arredare Casa Betania, nel magazzino, in mensa, nell’accoglienza delle donne francofone grazie alla sua conoscenza del francese…
Il tour di Ferrara
E ora, da alcuni anni, dal lunedì al sabato si mette alla guida: fa tappa all’Ipercoop il Castello, all’Interspar di via Darsena, al Lidl di viale Po. Alcuni giorni alla settimana, anche all’Eurospin in Porta Catena, all’Eurospar al Barco, al Lidl e all’Aldi di via Eridano (da marzo 2023, “sostituito” con l’Interspar di via Malpasso). Nelle mattine di mercoledì e di venerdì, ad esempio, c’è bisogno di ritirare merce in ben 7 supermercati, dei quali 5 coperti da lei. E il martedì mattina si reca anche nel magazzino del Centro di Solidarietà-Carità al MOF in via Trenti per i prodotti a media e lunga conservazione.
Che cosa raccogliamo
Generalmente, la raccolta dei beni significa caricare sul furgone frutta e verdura di stagione, salumi, latticini (yogurt per il pranzo, formaggi vari, soprattutto molli). E gastronomia a breve scadenza: vari tipi di salumi sia affettati sia in tranci, rosticceria (primi e secondi), uova. Fino a qualche anno fa c’era anche carne. «Tempo fa il Banco Alimentare ci diede alcuni polli surgelati, ma fu un caso isolato», racconta Emily.
Dal magazzino del Centro di Solidarietà-Carità negli ultimi tempi vengono distribuite lenticchie, minestrone in scatola di latta, farina, pomodoro, biscotti, omogeneizzati per i bambini, raramente latte e pasta. E le eccedenze: succhi di frutta, uova, yogurt, panettoni ad esempio.
Claudio alcuni giorni ritira anche l’invenduto di forni e pasticcerie: Pasticceria Frignani a Cassana, Bar Europa in Giovecca, dal vicino Orco Bacco, nel panificio “Salotto del pane” di via Armari, da Roversi in Argine Ducale, a volte anche da Life 120 in Porta Catena per alcuni prodotti biologici.
Poi ci sono le donazioni eccezionali, o rare: nel primo gruppo, quelle arrivate magari da ristoranti che cessavano l’attività, o da alcuni fast food durante il primo lockdown del 2020. Nel secondo, ciò che resta dei pasti domenicali destinati alla compagine spallina quando le tocca giocare in casa.
Ritorno in sede
«Alle 11 faccio ritorno in Caritas e aiuto a dividere i prodotti per tipologia», spiega Emily: per la cucina, per i pacchi. E per la distribuzione di frutta e verdura: «alle 12.15 / 12.30 distribuisco i numeri di precedenza per la fila. Vengono soprattutto donne magrebine, donne dell’est (rumene, ucraine, moldave), qualche uomo, magari senza fissa dimora. E poi a volte diamo anche il pane, se ne abbiamo in eccesso. Vengono tra le 20 e le 30 persone al giorno». Un paio di detenuti in affidamento in questo periodo la aiutano per scaricare il furgone e dividere la merce.
Emily ricorda anche alcune persone che, dopo essersi rivolte alla Caritas, sono riuscite a rialzarsi, a riscattarsi, trovando una casa e un lavoro: fa i nomi di Marco, di Ugo, di altri. Ripensando a loro, un lampo di commozione le attraversa gli occhi, tipico di chi non lavora per i poveri ma vive, per vocazione, con loro.
Qui tutte le informazioni sulla distribuzione di beni di prima necessità: https://www.caritasfe.it/portfolio-articoli/beni-prima-necessita/
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